
Amore appassionato per le anime e per la Chiesa
I membri della Fraternità condividono la stessa passione annunciare il Vangelo della salvezza in ogni occasione opportuna e non opportuna[1], a tutti e specialmente ai «senza-chiesa», perché avere accesso al Salvatore del mondo è uno dei diritti umani fondamentali, per non dire il più importante dal momento che la posta in gioco non è altra che la Salvezza eterna. Non c'è vera evangelizzazione senza amore appassionato a immagine dell'Amore di Cristo, Buon Samaritano dell'umanità. Solo questo amore converte e deve abitare nel cuore di ogni missionario «perché il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.»[2]
Nel Vangelo, l'amore appassionato per le anime ha un nome: compassione, questo «soffrire con» coloro che incontriamo giorno dopo giorno. « Perché sia autentico, l'amore deve costare. È costato a Gesù che ci amasse.»[3] Evangelizzare con compassione non per rimanere nella sofferenza, ma per far conoscere colui che ha preso le nostre sofferenze e che ha portato le nostre malattie.[4] La Salvezza che annunciamo si incarna nella vita concreta delle persone e assume la forma di consolazione, di liberazione, di forza interiore e di guarigione: «Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati.»[5]
Collaboratori del Buon Samaritano dell'umanità, i membri della Fraternità vogliono fare tutto ciò che possono, senza stancarsi, con la forza dello Spirito Santo, per testimoniare concretamente questo amore che salva, che libera, che rialza, che guarisce! Mentre fanno del loro meglio nelle missioni loro affidate, non vogliono limitare l'azione onnipotente del Signore per il quale nulla è impossibile.
Ogni membro della Fraternità vive in modo diverso e complementare questa vicinanza con coloro che stanno morendo sul ciglio della strada, secondo i carismi di ciascuno, le missioni affidate, ma anche le persone incontrate. Alcune di esse stanno morendo interiormente, moralmente, spiritualmente, altre persino fisicamente. La Fraternità sviluppa una «evangelizzazione integrale» che si adatta ai luoghi e alle situazioni. Nelle sue missioni, la Fraternità è sostenuta da «cooperatori», veri collaboratori che, senza essere strettamente membri della Fraternità, partecipano in molti modi alle sue azioni di evangelizzazione. Tale cooperazione missionaria è estremamente preziosa.
Questo amore appassionato per le anime coinvolge quindi l'intera Fraternità sui sentieri della missione, alla ricerca della «pecora smarrita»[6], anche nei luoghi più remoti e talvolta dimenticati, «lungo le siepi»[7], per riportarla nel recinto delle pecore, in modo che ci sia «un solo gregge e un solo pastore».[8] L'amore per le anime è quindi inseparabile dall'amore per la Chiesa, Corpo di Cristo, i cui membri della Fraternità sanno di essere figli e figlie. Ecco perché vogliamo collaborare il più possibile con le altre realtà ecclesiali impegnate nella nuova evangelizzazione e nella missione ad gentes, sotto la responsabilità dei Vescovi, successori degli Apostoli.[9]
Animati da questo «fuoco missionario», i membri della Fraternità sono anche consapevoli che l'urgenza dell'evangelizzazione è inseparabile dall'urgenza dell'unità. In effetti, le divisioni tra i discepoli di Cristo ostacolano considerevolmente la diffusione del Vangelo nel mondo. Ci uniamo con la preghiera di Cristo prima della sua Passione: «Padre… siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato»[10] perché l'unità è prima di tutto un dono ricevuto dall'Alto, in ginocchio. Ma vogliamo anche cogliere ogni opportunità per vivere momenti di unità nella preghiera, nell'esercizio della carità e nella comune testimonianza data a Cristo, vero Dio e vero uomo, Redentore dell'uomo.
Questa unità diventa vera evangelizzazione poiché «da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.»[11] Così, la stessa vita fraterna diventa missione. Qualunque siano gli stati di vita e le situazioni locali, tutti i membri della Fraternità cercano di sviluppare uno spirito fraterno fatto di semplicità, di gioia, di servizio, di reciproca misericordia. La Fraternità in sé, come struttura, non è l'obiettivo della nostra vita e vogliamo che rimanga una realtà «leggera», flessibile, adattabile alle situazioni locali, per dedicarci non alla gestione di un comunità, ma alle missioni che ci sono affidate. La Fraternità per la missione e non la missione per la Fraternità!
In questa comunione fraterna, come nella Chiesa in generale, ogni membro è importante. Anche se alcuni a volte hanno missioni più «visibili», ogni atto d'amore compiuto per la Gloria di Dio e la salvezza delle anime, specialmente le più abbandonate, è immenso! Non ci sono piccole missioni! Non c'è gerarchia nell'impegno missionario. In tutta la nostra vita, desideriamo vivere questa parola di Cristo: «Ma voi non fatevi chiamare ‘rabbì’, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno ‘padre’ sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare ‘maestri’, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.»[12]
In tal modo, l'impegno nella Fraternità non sarà mai una fuga dal mondo o la ricerca di una vita tranquilla o di un rifugio. I missionari della Fraternità sono consapevoli che la missione è un combattimento e che si tratta di combattere con le armi dateci da Gesù e dalla Chiesa. Senza focalizzarsi sull'unico vero Nemico, Satana, che non possono ignorare, stanno attenti a non dargli presa. Si impegnano particolarmente a vegliare sulle loro parole evitando ogni pettegolezzo, terribile porta aperta al demonio. Conducono questo buon combattimento della missione a volte in condizioni rischiose, ma sempre con la certezza che la vittoria è già assicurata e che «né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.»[13]
[1] Cfr. 2 Timoteo 4,1-2
[2] Luca 19,10
[3] Santa Teresa di Calcutta
[4] Matteo 8,17
[5] Matteo 8,16
[6] Luca 15,4
[7] Luc 14,23
[8] Jean 10,16
[9] «La Chiesa desidera servire quest'unico fine: che ogni uomo possa ritrovare Cristo, perché Cristo possa, con ciascuno, percorrere la strada della vita, con la potenza di quella verità sull'uomo e sul mondo, contenuta nel mistero dell'Incarnazione e della Redenzione, con la potenza di quell'amore che da essa irradia.» (San Giovanni Paolo II in Redemptor Hominis n.13)
[10] Giovanni 17,21
[11] Giovanni 13,35
[12] Matteo 23,8-12
[13] Romani 8,38-39
(Dal Libro di Vita Missionaria della Fraternità)